giovedì 11 novembre 2010

                                      COR



In Questo racconto c’ è un messaggio per te.  Se senti che il tuo pianeta deve cambiare, ma non sai come fare, come aiutarlo, qua troverai la tua risposta. Leggilo con il cuore aperto, ogni persona troverà la risposta adatta a sé, non sempre sarà la stessa, ma tutte hanno lo stesso proposito: aiutarvi a che il vostro mondo si trasformi in un luogo di Pace e Amore.

Molto lontano dal vostro sistema solare esiste un mondo dove gli esseri dicono essere “umani”, ma en verità non sembrano molto umani ai vostri occhi: il loro corpo è ricoperto di metallo, come avere una pesante armatura tutto il tempo, non sanno cos'è avere una pelle  e credono che il metallo dal quale sono ricoperti è la pelle “vera”. Certi sensi come il tatto o il gusto non li conoscono proprio anzi non ne hanno sentito mai parlare e altri, come il percepire le vibrazioni sì.
In questo mondo la vita si assomiglia un po’ alla vostra, si lavora per vivere, esistono le città e i paesini più piccoli, i negozi, le fabbriche, gli aerei, la ricchezza e la povertà, le guerre... insomma un po’ umani sì lo sono solo che vivono la vita attraverso una spessa pelle di metallo.
 La natura invece è diversa, è come vivere in un mondo magico dove è normale vedere i draghi sorvolare il cielo per poi fermarsi a vere acqua nei fiumi, nelle fontane, nelle cascate, in questi momenti la natura sembra ancora più bella, i draghi rappresentano la pace che esiste fra tutti gli animali ( hanno tanta varietà di scelta che non sentono il bisogno di mangiarsi fra di loro) e anche il genere umano, ancora che mangia carne, ha limitato il suo consumo al minimo necessario. Preferiscono le verdure, i cereali, le legumi ecc, con il tempo hanno imparato a rispettare la vita degli animali, ancora che non lo fanno con la propria (vivono sotto la regola del più forte: il combattere è un onore e si può lottare per tante cose: potere, ricchezza, notorietà) infine, il metallo è la loro protezione.
E poi ci sono i bambini, loro sì nascono con la pelle, tersa e morbida (troppo delicata sotto le mani degli adulti) ma a misura che passano i mesi si trasformano poco a poco, e il giorno del primo compleanno lo “festeggiano” con il duro metallo, poi cresceranno dimenticando che una volta la pelle morbida copriva il loro corpo e dimenticheranno la loro natura di essere unici, ma non tutti...

Conosciamo uno di questi bambini, lui è Cor,  ha dei grossi occhi azzurri che si riescono a intravedere dietro le fessure dell’armatura, ma il naso e la bocca sono solo dei orifizi senza nessuna caratteristica particolare,  il suo volto è semplicemente come una maschera rigida, solo gli occhi trasmettono chi è. Sembra che abbia più di un metro e mezzo d’altezza dovuto al metallo, ma in verità non arriva al metro venti. Sua singolare pelle è grigiastra e molto ruvida, ma non sembra pesante vedendolo correre per i prati. E lo osserviamo...

-- Che meraviglia di giornata! È così bella! voglio volare, saltare, giocare! – si diceva Cor mentre andava dietro le pecore di suo padre. Temeva cadere, dovuto alle sue gambe pesanti, e a volte si fermava per riprendere un po’ il fiato per poi tornare a correre, si avvicinava a loro e si allontanava quando quasi le stava toccando, no le voleva fare male con le sue grosse mani, semplicemente se divertiva con loro mentre aspettava andare dalla sua mamma, che lo chiamò poco dopo,  -- era ora! – pensò,  il suo piacere più grande era aiutarla con Roc, suo fratellino. Era nato nove mesi fa, e da allora la sua vita era cambiata tantissimo, lui come fratello maggiore si sentiva responsabile e approfittava tutti i momenti che poteva per stare a suo fianco. Sta volta lo controllava mentre si faceva il bagno, Roc giocava con l'acqua e rideva delle bolle provando di prenderle mentre la sua mamma li passava una spugna per il suo corpicino. Cor guardò le mani di lei e il corpo del bambino e per un attimo il suo volto si oscurò come si un’ombra fosse arrivata da improvviso per poi sparire velocemente.
Sono passate qualche ora da quel scenario, suonano le tre (di notte) tutti dormono tranne il nostro bambino che si alza per andare da suo fratello. Roc a volte è sveglio e fissa suo fratello maggiore con quei grossissimi occhi azzurri sorridendoli dolcemente mentre il cuore di Cor vibra di felicità. Sceglie la notte perché è sicuro che nessuno lo disturberà, sono le ore più tranquille, più serene, più belle della giornata, ama questi momenti tranne quando si addormenta e li perde, arrabbiandosi con se stesso. Però questi ultimi tempi si sveglia senza nessun sforzo, percepisce che qualcosa sta cambiando, sa che piano piano inizierà a comparire la armatura, la “sente” e vuole fermare quel processo, più che qualsiasi altra cosa nel mondo, -- ma come? -- il suo dolore è così profondo…
Guardò il piccolo, lo carezzò delicatamente con le sue ruvide mani metalliche,  Roc li sorrise afferrandoli un dito con la sua bella mano, così piccina e fragile.  La compagnia di suo fratellino li faceva stare molto bene, sentiva pace, e quando iniziava a pensare… se ne andava al letto a piangere silenziosamente. Non voleva vivere la vita a traverso quel freddo metallo, lui sentiva che esisteva una vita diversa fuori di esso, ricordava ancora la sensazione di libertà  prima dell'anno, la felicità immensa, la pace, l’amore, e sapeva che stava perdendo quelle belle sensazioni.  Cor non dimenticava la prima volta che sentì su la sua pelle l’acciaio freddo, il suo peso, il suo odore... Ora ha 7 anni e si sta tutto il tempo che può in compagnia di Roc che li fa ricordare se stesso anni fa, la sua semplicità, il suo sorriso, la sua naturalità, la sua curiosità! Sente che la vita sarebbe più bella si queste sensazioni fossero presenti ogni giorno, a qualsiasi età. Quando guarda le sue pecore pensa che anche loro hanno lo stesso sguardo felice di Roc.  E si fa delle domande: -- Perché l'armatura fa diventare tutti così freddi? Come mai nessuno si rende conto che la vita non dovrebbe essere questa? Per tutti è normale portare l'armatura, ma non vedono? non si chiedono come mai nasce nei bambini l'armatura? Se questa armatura sparisse da tutti, cosa succederebbe? Come fare per aiutare suo fratellino? Cosa poteva fare lui se i grandi fino ad ora non avevano fatto niente?--


I giorni si succedevano uno simile a l’altro, fino a uno in particolare. Cor stava tornando a casa dopo aver andato in paese a prendere il giornale, sotto incarico della sua mamma, mentre pensava come divertirsi quel pomeriggio insieme a Roc. Alzò un attimo lo sguardo al cielo, le piaceva guardare le nuvole cotonose che contrastavano con il cielo blu, --sono così bianche, così perfette, che quasi sembrano finte—. Da improvviso tra le nuvole li sembrò di vedere qualcosa, si fermò e guardò. L’aria vibrava, per un momento pensò a un drago, ancora non aveva visto uno da vicino, -- sembra rosso --pensò, ma li era sfuggito. Convinto che si era sbagliato continuò il suo percorso voltando un’altra volta lo sguardo verso le nuvole, e sì, là c'era qualcosa di un colore rosso intenso che si muoveva (si nascondeva?) tra le nuvole, si fermò sta volta deciso a sapere di cosa si trattava, di sicuro non si assomigliava a un drago, sembrava un omino... quando questa idea li passò per la testa vide che questo omino non si nascondeva più tra le nuvole... era a pochi metri davanti a sé!!! Per un momento sentì paura, ma fu un secondo, poi una forza dentro di sé (curiosità?) lo spinse verso di lui, e se li avvicinò, inconsapevole di cosa farebbe dopo. L'omino misurerebbe meno di un metro, li ricordava un po’ Roc: non era coperto di metallo, però lui era abituato a vedere il piccolo ciuffo di capelli di suo fratellino e questo essere aveva tantissimi capelli bianchi in testa e sotto la bocca, il naso occupava la metà del volto, era arrotondato con due orifici, come il naso di Roc e gli occhi erano grossi e neri, tanto neri che sembrava che  sprofondavi dentro. -- Un volto in verità molto simpatico – si disse tra sé – me piace il suo sorriso. Il suo corpo era rotondo (ma Cor non sapeva se era per i suoi vestiti molto voluminosi o perché era di per sé grosso) portava un berretto di color rosso con un bel pompon bianco, e una giacca lunga che li copriva i piedi, rossa anche questa, con stelle disegnate, bianche, piccole, chiudendosi con una grossa cintura bianca. Lo incuriosì sopratutto le mani, avevano solo due dita!!!, una molto più lunga e grossa dell'altra (erano 10 volte più grosse di quelle di Roc!) Mentre ciò pensava lui parlò: «Ciao, mi chiamo Bon Bon» Il bambino lo guardò, e vide che l'omino li tendeva la mano. Le presse il grosso dito tra le sue dita metalliche e rispose: -- Ciao, io mi chiamo Cor -- era la prima volta nella sua vita che vedeva un corpo adulto senza armatura!!! - «Ciao Cor – disse sorridendo - sono venuto per  farti vedere cosa puoi fare per eliminare il duro metallo del  corpo di tutti.  Aiutando loro aiuterai te stesso...Vieni con me». Il bambino lo fissò per un attimo, indeciso, Bon Bon rideva, «allora, ti decidi o aspettiamo ancora un po’?» - aveva ragione, non aveva niente da perdere e lui era simpatico -- Cosa devo fare?-- domandò , «prendimi la mano» e tutte due sparirono nell'aria.
Si trovavano dentro una stanza dove c’erano una bambina di 8 o 9 anni che piangeva, sua mamma o così sembrava la stava picchiando nel sedere con qualcosa simile a un battipanni. La piccola urlava, ma non per il dolore fisico (inesistente) sino per come la stava trattando, si sentivano intensamente i suoni metallici quando il battipanni toccava il sedere della bambina. (Ancora che sembrava che ne una ne l’altra se rendessero conto che erano osservate  a Cor dispiaceva invadere loro intimità).«Questa madre –disse l’omino -- castiga sua figlia: non vuole che vada dalla sua amica, ha paura di perdere la sua autorità. E la bambina piange, senza capire perché la picchia, è sua mamma e la vuole tanto bene, non capisce perché non li parla invece di picchiarla» Il bambino osservava e pensava che non capiva la paura della mamma, Bon Bon parlò allegramente: « è una paura che si è creata sé stessa, crede di non essere perfetta, di sbagliare con la figlia. Pensa che se fosse una miglior madre sua figlia sarebbe diversa.» Cor ancora non era soddisfatto  -- Ma cosa ha la figlia? --

« Niente!-- e rideva – non ha niente, è una brava bambina e ancora non sa cos’è la imperfezione, per lei tutto è bello e perfetto. Ama sua mamma e ama tutti, ma sua mamma non ricorda che anche lei era solo amore da bambina.
-- Perché è cambiata? Cos’è questa paura che ha? –  provava a capire qualcosa, primo perche non si aspettava di andare lì, e poi perché il suo nuovo amico parlava troppo e lui voleva che li dicesse cosa fare per togliere la pelle di metallo dal suo mondo.
« Ti spiegherò una cosa piccolo mio, prima di soddisfare il tuo desiderio: nel vostro mondo vi siete convinti di due verità che non solo vere: la prima è che vi credete separati gli uni dagli altri quando non è vero. Tutti siete uniti vibrazionalmente e quindi ciò che fai a un altro te lo fai a te stesso per quello questa mamma si sente tanto male, più tratta male sua figlia più male si sente lei. La seconda è che vi credete imperfetti quando in verità tutti avete la vostra perfezione dentro della vostra individualità. E questa signora credendosi imperfetta si punisce pensando male di se stessa. Lei non ricorda che è perfetta e che gli altri anche loro lo sono.
Voi avete bisogno di ricordare, perché tutti, nel profondo del vostro essere, sapete che è vero

Cor assimilava la informazione, senza rendersene conto che erano già da tutt'altra parte: dentro una banca dove tre impiegate chiacchieravano tra di loro, ancora era presto e non avevano aperto al pubblico. Stavano criticando qualcuno che non era presente, e ridevano. «Queste signore hanno paura de non essere le migliori nel suo mestiere –continuò suo amico --- credono che la unica cosa per vedersi “in alto” e collocare a qualcuno “in baso”, così si sentono sicure.  Anche loro non ricordano» Una di loro era andata ad aprire lo sportello, iniziava una nuova giornata di lavoro ma se la vedeva così stanca! Entrarono un uomo e poi una donna, lui sembrava contento, lei invece no. Ciascuno fu a uno sportello diverso. L’uomo andava a prendere dei soldi la donna a lasciarli. Il bambino chiese come mai lui era felice e lei no. «Lei ha paura di perdere i soldi che sta accumulando -rispose simpaticamente Bon Bon- più tiene e più paura ha. Lui invece sa di averli, ancora che sono pochi, sa che quando ha bisogno ci sono per lui, crede nella sua Verità ed è un uomo fortunato!» L’uomo usciva della banca mentre la donna dietro di lui lo guardava con rabbia. Forse – pensò Cor – sentirà rabbia perché lei non è come lui. «Giusto, disse l'omino la sua rabbia è paura di non poter essere fortunata senza sapere che la fortuna te la crei te stesso» Era incuriosito: -- Cosa vuoi dire quando dici che te la crei da solo?— domandò, « Quando ti avevo detto che siete perfetti – li rispose, compiaciuto dalle domande che li faceva-  lo siete infinitamente: ogni cosa di questo mondo è stata creata da voi,  voglio dire, primo credete a qualcosa, siete convinti della vostra Verità, e poi la create nella vostra vita. Si c’è qualcosa che non ti piace solo devi cambiare la cosa a cui credi. Per esempio in questo caso, la signora sempre ha creduto di essere povera, di avere meno che gli altri, solo deve cambiare questa credenza e d’ora in poi credere che l’abbondanza l’accompagnerà sempre. Dovrebbe essere tassativa, dovrebbe convincersi de che è così, ancora che li sembri tutto uguale, dovrebbe continuare a sentirsi convinta di questa affermazione, che sia la sua nuova Verità, e un giorno si renderà conto che, veramente avrà di tutto, in abbondanza, e che non le mancherà mai niente!»
-- Ma, allora perché non lo fa? Perché non cambia?--
« Perché crede di no poter far nulla per cambiare la sua vita, senza sapere che solo è una questione di scelta, è lo stesso che le succedeva alla prima signora del nostro percorso, si sente imperfetta e colpa il mondo, si comporta male con gli altri…e lei riceve ciò che ha dato, già che siete tutti Uno.»
Il bambino credeva di capire qualcosa però era troppa informazione per lui...
«Non è vero – lo interrompe Bon Bon – sei capace di capire tantissime altre cose. Ricorda che anche tu sei un essere perfetto, essere bambino non vuole dire essere imperfetto, la crescita ti offre la possibilità di ricordare più cose di te stesso perche tutto lo sai già nel tuo Essere Interiore. Vieni, continuiamo.»
 Tornarono a sparire per apparire in una clinica…, no, erano tutti anziani, si vedevano arrugginiti, alcuni rotti in varie parti, in sedie a rotelle… e tutti sembravano “spenti”,  fra loro c’era uno che sembrava più sveglio degli altri, si muoveva come poteva mentre scricchiolava dando fastidio ai suoi compagni, sembrava che voleva scappare, e si muoveva, insistentemente… fino a che una donna con una cuffia da infermiera li offrì un bicchiere dove prima aveva versato qualche goccia di alcun medicinale, dopo un po’ l’anziano si fermò, come erano fermi tutti gli altri anziani. Sicuramente si era stancata di sentirla scricchiolare (pensò Cor) «No solo era stanchezza piccolo, aveva paura di no poter controllare la situazione. Ti faccio vedere un’altra situazione simile..» (Cor mentre lo ascoltava rimuginava che era un omino davvero curioso, ogni volta che pensava qualcosa lui lo sentiva!)
Erano in mezzo una piazza, qua e là c’erano i carri, che andavano e venivano, e la gente andava o tornava in fretta verso un grosso mercato vicino a loro, guardavano davanti a sé, senza fissare la vista su nessuno. Il bambino chiese : -- perché vanno così in fretta? – suo amico sorrise, «perché hanno paura di perdere il tempo. Hanno bisogno di controllarlo ma se lo perdono no sanno cosa potrebbe succedere» -- Non ho capito, e perché non si guardano tra di loro? Sembrano spaventati -- disse . L'omino rideva tenendosi la cintura, sicuramente temendo di romperla,
«Sono convinti che c’è qualcosa da controllare, non concepiscono la vita senza il controllo e per questo motivo si sentono a disaggio, non capiscono che il malessere che avvertono è il segnale del loro Sé Interiore che li dice che vivono in un errore, preferiscono credere che sono gli altri “il nemico”. L’ infermiera credeva che l’anziano le poteva togliere quei momenti di tranquillità e sicurezza, e questa gente crede che gli altri li possono togliere (o fare perdere) il tempo de che dispongono.  Tutti vivono credendo cose non vere, ma sono convinti de che deve essere così, e così é ».
-- Ma allora dovrebbero pensare che il tempo non si perde mai? -- lo interrompe Cor, incuriosito. «Il tempo è solo una illusione – rispose Bon Bon -- hanno creato il tempo per sentirsi più sicuri, controlla la loro vita, se c’è un ieri, un oggi e un domani sono più tranquilli, sentono che devono fare qualcosa in questa vita, e se oggi non hanno scoperto cos’è forse domani lo scopriranno, e mentre , vivono la vita come possono, sempre cercando un qualcosa ma senza sapere cos’è. L’umanità si ha marcato questi limiti temporali da sola»
Il piccolo non capiva molto bene la sua spiegazione e si sentiva scoraggiato, avevano visto la vita di altre persone ma non capiva a cosa serviva tutto quanto, cosa centrava lui con quelle persone.  Si faceva queste e tante altre domande mentre l’omino lo osservava. Poi parlò: «So che ti sei chiesto tante volte come evitare che tuo fratellino cresca con la pelle de metallo» -- Sì! è così felice! -- sospirò Cor. Il suo amico li sorrideva comprensivo «Questa armatura è frutto del vostro pensiero, la avete creato voi, tutti, anche tu piccolo mio, perché avete creduto che così vi proteggevate  di qualcosa. Avete dato per certo che ognuno è diverso dell’altro e che ognuno è migliore dell’altro, vi siete convinti che tutti siete diversi e per tanto vi dovete difendere di quelli che sono diversi di voi perché voi sempre sarete migliori degli altri. E così che pensate. Ma cosa succederebbe se il vostro pensiero cambiasse a: “tutti siamo uguali, tutti siamo uniti, non esiste separazione tra me e te, semplicemente te hai scelto vivere la vita diversamente della mia, e la tua scelta non è né migliore né peggiore che la mia, semplicemente è una altra opzione di vita, perché la vita si può vivere d’infinite forme diverse”.
Cor ascoltava ma non riusciva a immaginare un mondo così, Bon Bon li domandò:«Se sei abituato a vedere tutti con armatura, come credi che diventerai?» Il bambino lo guardò, e pensò: forse siamo quello che vediamo? il suo amico, sorrise, «quasi, quasi piccolo, voi siete quello che pensiate! vieni accompagnami che ti farò vedere cosa intendo dire. Finora hai visto il tuo mondo così com’è attualmente, ora scoprirai come può essere. E capirai. Dammi la mano» Cor le diede la mano, e tornarono a scomparire nell’aria.
Si trovavano nella stessa banca di prima, o così sembrava, ma era diversa, non saprebbe dire in cosa, forse era più pulita... e vide un essere simile al suo nuovo amico, ma senza rughe, con capelli corti, oscuri, e senza pelli sotto la bocca, i vestiti erano diversi a quelli di lui, e le gambe erano lunghe! Questo essere parlava con altro un po’ più basso e poi chiamarono a unirsi a loro un terzo elemento. «Loro sono le donne che avevi visto prima, cosa vedi di diverso? a parte dell’aspetto fisico» Il bambino era confuso, forse gli occhi e il sorriso, pensò. Lui era abituato all’armatura, gli occhi erano parte della visiera e la bocca era un buco di metallo... ma qua c’era qualcosa di bello che non riusciva a capire, sembravano veramente in pace. «Quello che stai guardando è la loro luce. Vieni, ti faccio vedere altre situazioni».  Girarono per questo mondo, primo nella casa di quella bambina che avevano visto piangere, in questa scena tutto era diverso, in verità c’era come una luce particolare tra la mamma e la bambina e sorridevano compiaciute! Poi sono andati a vedere altre situazioni della vita quotidiana di gente sconosciuta per lui nel loro lavoro, negli ospedali, case anziani, scuole... ovunque andavano solo vedevano esseri con la pelle e tutti avevano una cosa in comune: si parlavano sorridendo tra di loro, e si aiutavano avvicenda. E Cor capì -- gli adulti hanno lo stesso sguardo di Roc! Era quello! Sorridono come lui! Sono felici! --
«Si piccolo, la loro felicità è la felicità di sapere che sono vivi e che possono godersi la vita come vogliono. In pace tra di loro. Un bebè non vuole litigare con nessuno, si gode la sua vita com’è. In questo mondo tutti hanno lo stesso spirito: sono nati per sperimentare la vita, sperimentare se stessi con tutto ciò che gli offre il mondo. Non hanno bisogno dell’armatura perché non si sentono in lotta con nessuno, non si devono proteggere. Si amano tra di loro, si accettano, si rispettano, vedono in loro il bambino interiore e vedendolo solo possono amarlo, ed è come una palla di neve che rotolando si fa più grande, più grande, più si amano e più amore c’è nel mondo»
-- Vuoi dire che amando possiamo cambiare il mondo? -- domandò.
«Voglio dire che l’Amore è l’unica cosa che vi farà cambiare».
-- Ma come faccio? -- disse il bambino, preoccupato-- Come può cambiare il mondo un bambino di 7 anni? --
«Guardati!, tutti siete stati bebè e il metallo è cresciuto sopra, ma voi eravate felici da piccoli. Tutti siete cambiati perché era quello che tutti si aspettavano, era lo normale. Ma io ti dico: lo normale è essere felici sempre. Vi siete dimenticati di chi siete e avete preferito costruirvi una armatura per non vedere voi stessi, era troppo bello da credere! Preferivate patire, lottare, avere, possedere, era più variato secondo voi e quindi più reale. Ma in questo mondo c’è più varietà e tutti si amano. Qua hanno scoperto che la lotta genera solitudine, separazione». Cor lo ascoltava e pensava che ancora non sapeva cosa fare, era perso...
«Ascoltami amico mio: Con la forza del tuo amore, del tuo ottimismo e la accettazione di tutti così come sono, senza giudicarli puoi trasformare la vita a 90.000 persone, liberarli della loro pelle metallica, e ognuna di queste 90.000 persone potranno trasformare a loro volta ad altre 90.000, e così passo dopo passo, scoprirai il tuo Vero Mondo». Il bambino lo guardò sorpreso -- scoprire il mio Vero Mondo? -- L'omino, come sempre sorridendo, li rispose:«Si caro amico, fin’ora hai vissuto in un mondo che credevi vero perché così te lo avevano fatto credere. Ma io ti dico: cambia te e cambierà il tuo mondo. E così semplice. Il tuo vero desiderio è sentire l’amore e la felicità che ti ha fatto esperimentare il tuo fratellino, quella gioia la vuoi perennemente, e questa gioia ti darà la forza per scoprire il tuo Vero Mondo, un Mondo dove regna l’Amore e la Felicità. Cambia! guarda gli altri nel profondo del suo essere. Là c’è il suo bambino, e lui ha bisogno di essere riconosciuto. Parla a quel bambino, ma parlagli da dentro del tuo cuore, del tuo cuore di bambino, i vostri bambini si riconosceranno e connetteranno. Accetta tutti come sono, permetti loro di essere come vogliono essere, sii ottimista e vedrai la trasformazione. Succederà quando meno te lo aspetti, un giorno ti renderai conto che non ci sarà più la pelle metallica, starai vedendo l’Amore ovunque –fece una pausa osservando il cielo e poi lo guardò negli occhi— sono venuto a te perché il tuo cuore era pronto per ascoltarmi, ancora ricordi quando eri un bebè, ricordi quella felicità, quella pace, quella gioia. Non hai dimenticato del tutto. Non importa la tua età sino la tua intenzione. Un solo bambino può cambiare il mondo!»
-- Ma perché io? Ci sono tanti altri bambini! -- Bon Bon rise « non sei l’unico mio carissimo amico, non sei l’unico. Ci sono altri bambini in tutto il pianeta che vogliono un mondo diverso da questo, e anche adulti con il cuore di bambino!. Come ti avevo detto prima tutti siete uniti, ma ancora ti dirò di più: il vostro cuore è connesso tra di voi, in verità è Un Solo Cuore. Vi basterà creare questi pensieri nuovi e crederci perché succeda il cambiamento e prima che il tuo fratellino faccia gli anni... »
-- Allora -disse con entusiasmo Cor- il cambiamento sta succedendo ora? --
L’omino guardò la faccia meravigliata e sorpresa del bambino e sorrise dolcemente «Si, ha già iniziato. Ti voglio tanto bene piccolo, fa quello che ti chiede il tuo cuore, non avere paura —fece una pausa, e lo guardò – ora devo andare, abbracciami!» si abbracciarono con un po' de difficoltà, (l'armatura non facilitava un vero abbraccio!), il bambino sentiva il suo cuore piccolo, piccolo, il suo amico se ne andava, «non è del tutto vero -leggendoli come sempre il pensiero- sarò nel tuo cuore sempre, chiamami se hai bisogno!» Cor non voleva lasciare andare il suo nuovo amico, lo teneva stretto a se senza rendersene conto che la sua armatura era diventata più sottile... Alla fine riuscì a dire a malapena -- arrivederci Bon Bon -- e mentre lo diceva sentì più leggero il suo cuore. L' omino sparì, ma Cor non pianse, c’era una sensazione nuova nel suo essere, e sorrise. Era felice. Aveva scoperto una verità così semplice! E aveva scelto credere, perché no? Senti la voce, dentro di sé, del suo amico:
«Tutto dipende di come vedi il tuo mondo, di come lo osservi . Osservalo come lo farebbe un bebè, e sentilo amorevolmente, questo amore ti farà vedere il mondo come sempre hai voluto vederlo, scolta il tuo cuore e non lasciare che niente ti faccia cambiare sentiero. Guarda la natura, gli animali, impara da loro, essi osservano e godono la loro vita pienamente. Sii felice, la tua felicità sarà la tua guida, se ti senti bene vorrà dire che vai bene, se ti senti male vorrà dire che sei uscito dal sentiero. Fermati, cerca nel tuo cuore. Quando ti sentirai un’altra volta bene vorrà dire che hai tornato a recuperare il sentiero, e mantieniti lì fino a scoprire il tuo Vero Mondo»
Cor riuscì a esprimere quello che il suo cuore gridava: -- Grazie Bon Bon. Ti voglio bene --.
Udì in risposta: «Anche io ti voglio un mondo di bene, arrivederci amico mio!!!»

Ci allontaniamo anche noi, il messaggio è stato inviato, ora tocca a voi. Con tutto il nostro amore, arrivederci!

FINE